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singola testata | Stampa clandestina

NOI DONNE

organo dei Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà

Edizione della Toscana


Luogo:
Firenze
Regione:
Toscana
Data inizio:
luglio 1944
Data fine:
10 luglio 1944
Ente produttore:
Gruppi di difesa della donna
Tipologia:
femminile
Numero pezzi:
2
BID:
CFI0375656

Scheda storica

Nell’estate del 1944, mentre a Napoli usciva il primo numero di «Noi donne», organo dell’Unione Donne Italiane nell’Italia liberata, nelle regioni del Nord – in Lombardia, Piemonte, Friuli, Liguria, Emilia – se ne stampavano alcune edizioni clandestine per iniziativa dei comitati femminili dei CLN locali. Di quella toscana che, a differenza di altre, esce in veste tipografica e non in forma di semplice ciclostilato, si conoscono solo due numeri, ambedue usciti nel luglio 1944, prima della Liberazione di Firenze, che testimoniano del contributo dato dalle donne alla lotta partigiana. Accanto al titolo il motto: «Meglio essere la vedova di un eroe che la moglie di un codardo».
Nel primo numero, oltre a mostrare alle ragazze italiane il sacrificio di una partigiana appena fucilata a Bologna, si salutava il governo di unità nazionale appena nato a Salerno e si ribadiva l’impegno a schierarsi accanto ai combattenti.
Il secondo, del 10 luglio 1944, fu scritto da Dina Ermini, responsabile del lavoro femminile per il partito comunista cittadino e arrivata a Firenze assieme ad Antonio Roasio con cui aveva lavorato in Emilia. Fin da subito le era stato assegnato l’incarico di occuparsi del lavoro femminile e si era dunque adoperata per creare una commissione femminile costituita da sette compagne, rappresentanti delle fabbriche Superfila, Manetti & Roberts, Galileo, Fiat, Rangoni e Skoda.
Aprendo con il titolo a tutta pagina «Donne, il nostro posto è a fianco dei combattenti della liberta!», il foglio invitava espressamente allo sciopero politico di massa e all’insurrezione popolare. Coerentemente con il ruolo di animatrici dei moti per il caro viveri loro riservato, nel momento culminante della lotta partigiana, le donne erano dunque chiamate ad «assaltare» i magazzini e a distribuire generi di prima necessità alla popolazione. Anche le contadine erano, in tal senso, invitate a opporre forme di resistenza passiva alle razzie dei nazisti, nascondendo «tutto, vitelli, maiali, polli, grano frutta erbaggi ecc». Ma l’appello dei Gruppi di Difesa della donna si estendeva analogamente alle borghesi, invitate a prestare «tutta l’assistenza materiale e morale ai combattenti [...] raccogliendo denari, armi, indumenti, organizzando i collegamenti fra i vari gruppi militari e politici» e curando i feriti e i malati.
Le manifestazioni di audaci protagonismi individuali erano, invece, nella proposta di «Noi Donne», ad appannaggio degli uomini. Con tale ottica si forniva un resoconto dettagliato delle azioni dei Gappisti, che avevano «strappato dalle grinfie dei nazi-fascisti 17 donne detenute nel carcere di S. Verdiana».
Collaborava alla redazione del foglio Romeo Baracchi a cui Dina Ermini passava i manoscritti.
Racconta la stessa come l’ultimo numero, già in bozze, non poté essere stampato perché era venuta meno la corrente elettrica. Fu sostituito con un volantino alle donne.
Particolarmente attiva nella distribuzione della stampa Gina Censimenti, solita nascondere le copie di «Noi donne» in una grande borsa della spesa tra cespi di insalata appassita. Una delle prime tappe per la diffusione dei materiali era presso una bancarella del mercato, dove alcune donne si occupavano dello smistamento.

Bibliografia/Sitografia:
F. Contorbia, Giornali e Riviste a Firenze 1943-1946, Firenze, Polistampa, 2010.
S. Franchini, M. Pacini, S. Soldani, Giornali di donne in Toscana. Un catalogo, molte storie, vol. II, Olschki, Firenze, 2003.
D. Ermini., Bambina, operaia, donna nella storia, Vangelista, Milano, [1991].
Comitato femminile antifascista per il 30° della Resistenza e della liberazione in Toscana, Donne e Resistenza in Toscana, Giuntina, Firenze, 1978.

Sottotitoli del periodico: organo dei Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà
Motti del periodico: Meglio essere la vedova di un eroe che la moglie di un codardo

Autore della scheda: Eugenia Corbino

Numeri disponibili

1944

10 luglio . Numero 5, anno 1Leggi il numero -->
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