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singola testata | Stampa clandestina

IL POPOLO


Luogo:
Roma
Regione:
Lazio
Editore:
Tipografia Arti grafiche Trinacria / Stamperia Cuore di Maria
Data inizio:
23 ottobre 1943
Data fine:
18 maggio 1944
Ente produttore:
Democrazia cristiana
Tipologia:
politica
Appartenenza politica:
democristiana
Numero pezzi:
11


Scheda storica

A partire dal 1942, alcuni dei più noti e influenti rappresentanti del vecchio gruppo dirigente popolare avevano ripreso i contatti con i membri dei partiti antifascisti e intensificato l’opera di riorganizzazione politica che poteva contare sull’efficiente rete organizzativa delle istituzioni cattoliche: parrocchie, Azione Cattolica, Fuci, movimento dei laureati cattolici.
Nonostante una presenza capillare sul territorio, la riorganizzazione delle Democrazia Cristiana, almeno nella sua fase iniziale, arrivò dopo quella di altri partiti, anche per difficoltà in ordine programmatico e di elaborazione concettuale. Fu, tuttavia, il precipitare della situazione fra il 25 luglio e l’8 settembre 1943 a spingere anche i cattolici, fino ad allora inclini a occuparsi unicamente dei classici temi della dottrina sociale della Chiesa, ad affrontare con maggiore decisione le questioni politiche, soprattutto a fronte delle fratture emerse fra i partiti aderenti al Cln rispetto alla questione istituzionale.
È, dunque, proprio in questa seconda fase, di più diretta e attiva partecipazione politica, che si inserisce la pubblicazione del «Popolo». Il giornale usciva per iniziativa di Giuseppe Spataro, Guido Gonella a Mario Scelba, nonostante alcune perplessità manifestate da De Gasperi, contrario ad affrontare fin da subito il tema istituzionale. Lo stesso vi scrisse spesso, con lo pseudonimo di Demofilo, molti degli editoriali politici e ideologici.
Il primo numero – che riprendeva il nome dall’omonima testata del Partito Popolare diretta da Giuseppe Donati e chiusa nel 1925 - usciva il 23 ottobre 1943; gli facevano seguito altri undici numeri, stampati in clandestinità fino al 18 maggio 1944. Ne era direttore Guido Gonella, ex fucino, affiancato da Spataro, Scelba, Storchi, De Sanctis, Ceccherini e dal giovane delfino di De Gasperi, Giulio Andreotti.
La tiratura del giornale si aggirava intorno alle 10.000 copie, che venivano diffuse in tutta Italia.
Sede della redazione era la casa dell’architetto Sangiorgi, in via Porta Angelica. Le difficoltà della stampa clandestina furono in parte ovviate facendo uso di tipografie che già producevano materiale a stampa per le organizzazioni cattoliche; così alcuni numeri furono realizzati dalla tipografia Arti grafiche Trinacria, di Flavio Bianchi, altri dalla Stamperia Cuore di Maria in via dei Banchi Vecchi, che già si occupava della stampa dell’«Azione fucina».
La tematica prevalente nei primi numeri fu essenzialmente legata all’esplicitazione dell’ideologia del partito cattolico. Così, l’articolo a firma De Gasperi del 12 dicembre 1943, «La parola ai democratici cristiani», poneva l’accento sui tradizionali temi del mondo cattolico: primato del pensiero cattolico, e della persona umana, rapporto Chiesa-Stato, difesa della proprietà privata, della famiglia e della libertà individuale. In seguito si affermò anche il dibattito sulla questione istituzionale, rispetto a cui l’edizione romana ribadiva la necessità di rimandare al dopo liberazione la scelta tra monarchia e repubblica. Più sporadici erano i temi di politica sindacale, mentre traspariva una certa diffidenza verso il movimento operaio.
Visto lo spazio limitato, scarse erano le notizie dedicate alla guerra partigiana, mentre erano più frequenti le informazioni sulla partecipazione alla lotta di liberazione delle gerarchie ecclesiastiche o relative alla propaganda di Don Sturzo negli Stati Uniti.
Tra le pagine del foglio anche la rubrica «Fatti e misfatti del nazifascismo», volta a combattere il collaborazionismo.
Se il partito svolse un’azione propagandista assai vasta, favorita dall’aver alle spalle la presenza del Vaticano, il suo atteggiamento nei confronti della lotta di liberazione fu cauto, mentre ferma e profonda fu la condanna della Dc del “tedesco” e del “fascismo”. In questo senso, la propaganda svolta dal «Popolo» seppe dare corpo a sentimenti naturali di fede, attaccamento alle tradizioni ed ebbe influenza trasversale tra i ceti aristocratici, borghesi, operai e contadini.

Bibliografia/Sitografia:
S. Trinchese, Giuseppe Spataro tra popolarismo e Democrazia cristiana, Rubbettino, Roma, 2012.
R. Vommaro, La resistenza dei cattolici a Roma (1943-1944), Odradek, Roma, 2009.
G. Giannini, Lotta per la libertà. Resistenza a Roma 1943-1944, Edizioni Associate, Roma, 2000.
G. De Luna, N. Torcellan, P. Murialdi, La stampa italiana dalla resistenza agli anni sessanta, Bari, Laterza, 1980.
C. Danè (a cura di), La democrazia cristiana per la libertà. Cattolici, popolari e democratici cristiani nella Resistenza e nella lotta di Liberazione, Dc Spes, Roma, 1975.
M. Reineri, Il movimento cattolico in Italia dall’unità al fascismo, Loescher, Torino, 1975.
G. Spataro, I democratici cristiani dalla dittatura alla repubblica, Mondadori, Milano, 1968.

Autore della scheda: Eugenia Corbino

Numeri disponibili

1943

14 novembre . Numero [sn]Leggi il numero -->
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28 novembre . Numero 3, anno 1Leggi il numero -->
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12 dicembre . Numero 4, anno 1Leggi il numero -->
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1944

23 gennaio . Numero 1, anno 2Leggi il numero -->
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20 febbraio . Numero 2, anno 2Leggi il numero -->
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10 marzo . Numero 3, anno 2Leggi il numero -->
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27 marzo . Numero 3, anno 2Leggi il numero -->
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18 maggio . Numero 4, anno 2Leggi il numero -->
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